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- L'evoluzione del concetto di salute e la Biodanza
Biodanza con Riccardo Cazzulo. Scuola Biodanza Liguria IBFed
Pubblicato da Redazione in Articoli · Sabato 15 Set 2018 ·  6:30
Tags: BiodanzaSalute
Per collocare il Sistema Biodanza all’interno di un più vasto ambito di pensiero e di prassi, finalizzate alla promozione del benessere delle persone, può essere utile delineare l’evoluzione che il concetto di salute ha avuto negli ultimi decenni.
Occorre tener conto che esistono difficoltà obiettive nel definire e nel misurare la salute, molto più che nel definire e misurare la malattia, anche perché in genere gli studiosi si sono occupati di più degli aspetti problematici che di quelli positivi dell’esistenza. Mentre esistono molti studi e molte conoscenze relative alle malattie fisiche e psichiche, a come diagnosticarle, classificarle e curarle, non si può dire altrettanto rispetto alla salute. Molte domande relative a come misurarla, mantenerla, promuoverla non hanno ancora risposte del tutto convincenti.
E’ anche vero che l’inevitabile associazione del concetto di salute con quello di malattia ha fatto sì che, per molto tempo, tale concetto sia stato sotto il dominio incontrastato della scienza medica, la quale ha concepito la salute sostanzialmente come assenza di malattia.
Nel corso del tempo il modello biomedico tradizionale ha mostrato sempre di più i suoi limiti, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha come obiettivo il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di “salute”, nel 1948 ha definito la salute come “Benessere fisico, mentale e sociale completo” e non soltanto “assenza di malattia”. Tale definizione è in linea con il delinearsi di un nuovo approccio al tema, secondo il quale la salute va intesa come qualità della vita sul piano fisico, psicologico e sociale.
Il nuovo approccio bio-psico-sociale alla salute si configura come un modello sistemico. La concezione sistemica non considera come oggetto di analisi la persona ma la relazione della persona con il proprio ambiente. Per la teoria dei sistemi, infatti, gli individui sono concepiti come sistemi viventi che funzionano grazie allo scambio di informazioni tra i vari sottosistemi che li compongono e con l’ambiente. In quest’ottica la persona è considerata come un agente attivo nella interpretazione e costruzione del proprio ambiente. Applicare questa visione alla salute significa concepire l’individuo non come soggetto ininfluente rispetto ad una condizione di salute o malattia, ma come un agente che ha il potere di favorire o di ostacolare le condizioni adeguate al proprio benessere.
Questa diversa visione comporta il passaggio dal concetto di cura, come lotta alla malattia, a quello di promozione della salute.
Nel 1986 l’OMS sancisce questo passaggio sostenendo, nella Carta di Ottawa, che: “La promozione della salute è il processo che consente alla gente di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla. Per conseguire uno stato completo di benessere fisico, mentale e sociale l’individuo o il gruppo deve poter individuare e realizzare le proprie aspirazioni, soddisfare i propri bisogni e modificare l’ambiente o adattarvisi. La salute è pertanto vista come una risorsa per la vita quotidiana non come obiettivo di vita.”
In questa visione la promozione della salute è intesa come una responsabilità che investe non solo il settore sanitario ma gli individui stessi e che non si esaurisce nell’adozione di stili di vita più sani, ma chiama in causa la capacità di realizzare le proprie aspirazioni ed una completa condizione di benessere fisico, psicologico e sociale.
Il passaggio dal concetto di salute a quello di benessere sposta il focus da una dimensione oggettiva ad una soggettiva. Il benessere è infatti una condizione percepita più che reale in quanto corrisponde al modo in cui una persona valuta la propria vita. Una valutazione che può variare in base al genere, all’età, al livello di istruzione, alla classe sociale o ad altre condizioni psicologiche ed emotive.
Una volta che il benessere viene inteso in termini non strettamente fisico-biologici, ma anche psicologici e sociali, il problema che si presenta è come declinare e articolare il costrutto di benessere.
Gli studiosi si sono orientati verso una concezione multidimensionale del benessere che contempla l’inter-azione di parametri oggettivi quali lo stato di salute fisica, l’istruzione, l’attività lavorativa, il reddito, le condizioni abitative, l’accessibilità dei servizi e parametri soggettivi quali la percezione della qualità di vita, la soddisfazione personale, l’autostima, il senso di appartenenza e di fiducia, l’autoefficacia, la qualità delle relazioni sociali.
Molte sono le ricerche in corso per arrivare ad identificare e definire i fattori soggettivi che contribuiscono al benessere dell’individuo. Sembra tuttavia esserci un interesse crescente verso uno studio delle reciproche influenze mente-corpo che rovesci la prospettiva finora adottata. Come sostiene Carol Ryff, una delle più autorevoli studiose in materia, “capire il corpo durante gli stati di benessere, piuttosto che nelle condizioni di malattia, è il cambiamento di prospettiva essenziale nella ricerca sulla salute”. Una prospettiva di ricerca questa all’interno della quale il sistema Biodanza, lavorando sullo sviluppo di una maggiore consapevolezza corporea, potrebbe dare un contributo.
E’ all’interno di questo recente filone di pensiero e di ricerca che si colloca anche la Psicologia della Salute, una nuova corrente della psicologia che propone un capovolgimento di ottica dalla centratura sul disagio e il malessere psicologico alla centratura sul benessere e il buon adattamento all’ambiente.
La psicologia della salute, per dirlo con le parole di M. Bertini, “richiede una più precisa focalizzazione sul versante delle risorse positive e una conseguente ricerca mirata ad individuare le tecniche più appropriate per assecondarne lo sviluppo……Si tratta infatti non solo di scoprire e sistematizzare la molteplicità delle dimensioni positive, ma anche di elaborare strategie tecnicamente idonee a promuoverle.” Questo vuol dire ideare e sperimentare metodi capaci di rintracciare le esperienze di armonia, di gioia e di benessere, presenti nella storia passata delle persone e di riattualizzarle. Vuol dire alimentare la responsabilità verso se stessi, promuovendo risorse come l’autenticità, le competenze relazionali, l’ottimismo, la vitalità, la capacità di vivere il piacere.
In conclusione, il concepire la salute come benessere ha comportato la necessità di rivolgere l’attenzione alle risorse vitali delle persone, attraverso la cui valorizzazione si può contribuire allo sviluppo di nuovi e più elevati livelli di funzionamento psicologico e sociale. Un sistema come la Biodanza che utilizza un metodo, finalizzato al recupero della capacità di attivare stati di animo positivi e di realizzare relazioni gratificanti, si inserisce a pieno titolo in questa nuova corrente di pensiero.

Maria Teresa Giannelli
La Sapienza Roma
Docente di "Laboratorio tecniche di gruppo" e di "Formazione e comunicazione delle conoscenze nelle organizzazioni" Facoltà di Psicologia 2. Ha condotto ricerche su temi di Psicologia del Lavoro tra i quali "le emozioni nelle organizzazioni", "le cullture organizzative", "le rappresentazioni sociali del tempo di lavoro", "Il benessere nelle Organizzazioni"
Esperta di comunicazione interpersonale, ha pubblicato "Comunicare in modo etico, un manuale per costruire relazioni efficaci" (Raffaello Cortina, 2006)

Bibliografia
• M. Bertini, 2007, Psicologia della salute e psicoterapia, Interazioni, fascicolo 2, F. Angeli
• C. L. M. Keyes, 1998, Social well-being, Social Psychology Quarterly
• C.D. Riff, 1989, Happiness is everything, or is it? Exploration on the maning of psychological wellbeing. J. of Personality and Social Psychology. 57, (6),
• C.D. Riff, B. Singer, 1998, The contours of positive human health. Psychological Inquiry. 9 (1).
• B. Zani e E. Cicognani, 2000, Psicologia della Salute, il Mulino


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