Fattori di sviluppo etico-sociale
In un epoca dove il bullismo, l'odio, l'aggressività, la squalifica e il razzismo sono sempre più evidenti ed avvelenano la comuncazione e le relazioni in presenza, in tv e sui social, la domanda che si sono posti ricercartori del calibro di Piaget e Kohlber risultano quanto mai attuali.
Quali sono i fattori che influenzano il comportamento etico-sociale e quali possono pregiudicarlo?
Se una delle sfide più rilevanti di questo secolo sarà volta allo sviluppo di una coscienza etica collettiva in grado di condurci oltre il desiderio di soddisfacimento dei bisogni individuali, rendendoci capaci di valorizzare il benessere della collettività anche nel contesto ambientale sociale, politico e relazionale, e se tale sfida sarà quella di riuscire a percepirci come cellule di un unico organismo omnicomprensivo, allora la domanda in premessa ricoprirà certamente una posizione centrale per i prossimi decenni.
Prima di poter parlare di coscienza etica è indispensabile un buona capacità di giudizio morale e un buon livello di sviluppo morale laddove il primo si riferisce al comportamento e alle scelte individuali ed il secondo va di pari passo con lo sviluppo cognitivo e sociale.
Lo sviluppo del senso morale inizia già nella prima infanzia e si intende raggiunto quando il comportamento non andrà contro l'ordine sociale in virtù di una scelta consapevole e non soltanto per il timore della punizione.
Piaget individuò due stadi principali di sviluppo morale dove nel primo stadio (morale eterenoma) la validità dei principi dipende dall’autorità che lo ha emesso e nel secondo stadio (autonomia morale) l’intenzione e il contesto assumono un ruolo centrale nella valutazione del comportamento. Il secondo stadio non può essere raggiunto prima degli otto anni.
Kohlber si spinse oltre individuando tre livelli nello sviluppo del pensiero morale: quello preconvenzionale sotto i nove anni, quello convenzionale relativo al periodo dell’adolescenza e quello postconvenzionale al quale si giunge dopo la maggiore età. Soltanto chi perviene a un pieno sviluppo del livello postconvenzionale potrà raggiungere la condizione più alta dello sviluppo morale: quello dei PRINCIPI ETICI UNIVERSALI.
Si tratta di una condizione raggiunta soltanto da una minoranza di individui e che è quella in cui si risponde alla propria coscienza ispirati da valori universali.
La ricerca in materia indica che lo sviluppo del senso morale è favorito da contesti relazionali ed educativi positivi in grado di permettere l'interiorizzazione delle norme, in particolare laddove sono presenti fattori come la cura, il calore, l'accettazione, l’assenza di autorità e la presenza di norme chiare con la possibilità di discuterle riconoscendo anche l’adeguatezza delle punizioni.
Secondo gli studi di Kholberg non esiste una relazione specifica tra giudizio morale e azione morale salvo in alcuni casi delinquenziali e di bullismo dove risulta sostanziale la mancanza di empatia nel cogliere il dolore altrui.
Pertanto se un ponte esiste tra queste due aree è identificabile proprio nell’empatia, l'emozione intesa come chiave d’accesso alla comprensione del dolore altrui attraverso una rappresentazione mentale e sociale della vittima, si parla in questo caso di emozione morale.
Sembra quindi evidente anche dalla ricerca che lo sviluppo dei principi etici universali in un sempre maggior numero di individui debba passare attraverso percorsi che valorizzino il contatto con le proprie emozioni e la capacità di entrare in empatia con l’altro, in definitiva ciò che alcuni autori definiscono come intelligenza emotiva (Salovey & Mayer) e intelligenza affettiva (Toro).
Il Sistema Biodanza secondo la visione del creatore Rolando Toro focalizza il proprio intervento proprio sullo sviluppo di questi fattori attraverso un percorso attraverso le emozioni, i sentimenti, il rafforazamento della dell'identità e lo sviluppo empatico.