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Albert Bandura, autoefficacia percepita e Biodanza
Biodanza con Riccardo Cazzulo. Scuola Biodanza Liguria IBFed
Pubblicato da Riccardo Cazzulo in Articoli · Mercoledì 20 Nov 2019 ·  3:15
Tags: BiodanzaPsicologia

Albert Bandura è uno degli studiosi più importanti nella storia della psicologia. Attualmente è ancora in vita e, anche se il suo nome può essere sconosciuto a tanti non addetti ai lavori, risulta essere nei primi tre posti tra i più citati nella letteratura scientifica in ambito psicologico dietro solo a due autori del calibro di Piaget e Skinner.
Al centro della sua opera ci sono gli studi sull'aggressività, sulla teoria dell'apprendimento sociale,  il fondamentale apporto dato alla teoria sociale-cognitiva e al costrutto di autoefficacia percepita.

AUTOEFFICACIA E BIODANZA
Un progetto sperimentale iniziato nel 1998 e seguito dalla facoltà di Bioscienze dell’Università di Lipsia con la collaborazione della Facoltà di Psicologia dell’Università, l’Istituto di Immunologia di Lipsia, l’Istituto di ricerca sullo Stress di Berlino, la Facoltà di Psicologia dell’Università Abierta Interamericana di Buenos Aires Argentina e il Mozarteum –Centro di Ricerche Musicali di Salisburgo- ha rilevato che tra gli effetti positivi della pratica della Biodanza c'è quello dell'aumento dell'autoefficacia percepita (Stuck & Villegas, 2008).

AUTOEFFICACIA E PROMOZIONE  DELLA SALUTE
Per Albert Bandura le aspettative circa le proprie prestazioni costituiscono un aspetto fondamentale per il benessere individuale. L’autoefficacia percepita si riferisce alle proprie capacità di azione in situazioni future. L’interesse verso le percezioni di autoefficacia assume un’apprezzabile importanza in quanto ritenute in grado di influenzare molteplici comportamenti necessari alla realizzazione delle persone.
Chi ha percezione di autoefficacia elevata ha maggiori probabilità di decidere di  affrontare compiti difficili, di perseverare e di rimanere calmo organizzando i pensieri  in maniera analitica, viceversa chi ha bassa percezione tenderà a paralizzarsi nei compiti difficili.
L’autoefficacia si differenzia dall’autostima che si riferisce ad una valutazione globale del proprio valore personale, la percezione di autoefficacia è invece variabile nelle diverse situazioni e si riferisce a ciò che si è in grado di fare.
Se la percezione di autoefficacia in un determinato compito è bassa anche in caso di alta autostima la prestazione sarà difficile e ansiogena.

Il senso di autoefficacia può attivare un’ampia gamma di processi biologici che modulano la salute e la malattia. Gran parte degli effetti biologici delle convinzioni di  efficacia compaiono nei momenti di maggior stress.
Una serie di esperimenti condotti soprattutto sugli animali hanno dimostrato che è la controllabilità il fattore che può spiegare gli effetti biologici dello stress in quanto se gli stressor vengono controllati gli effetti negativi biologici sono minimi mentre sono molto dannosi in caso contrario. Pertanto risulta che se le persone si sentono in grado di gestire gli stressor ambientali non ne vengono turbate mentre nel caso contrario il loro funzionamento peggiora.
Secondo Bandura (2000) l’intensità e la cronicità dello stress umano dipendono per buona parte dalla percezione di controllo sulle richieste della vita. La ricerca lo  conferma soprattutto per quanto riguarda le infezioni batteriche e virali, lo sviluppo di disturbi fisici di vario genere e l’accelerazione delle malattie in genere.

Le scoperte più recenti dimostrano anche come un debole senso di autoefficacia possa influire sulla funzionalità immunitaria aumentando la vulnerabilità alla malattia, passando attraverso stati depressivi.
La sensazione di non essere in grado di raggiungere buoni standard di valore personale o di procurarsi ciò che servirebbe per una vita soddisfacente crea stati depressivi. Anche nelle relazioni sociali il senso di inefficacia può indurre depressione sia direttamente che indirettamente quando sono ostacolate relazioni interpersonali che potrebbero essere soddisfacenti e ridurre il livello di stressor cronici quotidiani.

Riccardo Cazzulo

Riferimenti bibliografici:
Bandura, A. (2000). Autoefficacia. Gardolo (TN): Erickson.
Stuck, M., & Villegas, A., (2008). La salute attraverso la danza? Ricerche empiriche sulla Biodanza. Milow: Schibri-Verlag.




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