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L'approccio sistemico
Biodanza con Riccardo Cazzulo. Scuola Biodanza Liguria IBFed
Pubblicato da Riccardo Cazzulo in Articoli · Lunedì 13 Gen 2020
Tags: SistemicaOlismo
Il lavoro su di se stessi proposto attraverso le attività di gruppo e le sedute individuali trattate su questo sito muove i suoi passi nella direzione di un approccio sistemico nei confronti  del partecipante, del gruppo e delle metodologie applicate.

Per meglio intendere tale approccio è necessario riassumere brevemente le principali fonti che ispirano e suggeriscono la direzione a tutto il percorso.

Ci troviamo nel campo delle teorie globali e senz’altro la prima di queste che ha fatto breccia nella comunità scientifica è la “teoria generale dei sistemi” proposta nel 1947 dall’austriaco Ludwig von Bertalanffy uno dei più importanti biologi teorici del Novecento. Nel 1966 durante il 122° congresso annuale dell’Associazione Psichiatrica Americana si discusse per la prima volta la teoria in questione e ci si impegnò per degli incontri regolari in futuro per sviluppare questa “Teoria Unificata del Comportamento Umano”.

Anche nell’ambito delle scienze sociali si arrivò alla conclusione che i fenomeni sociali debbono essere considerati come “sistemi”. In sociologia si parla di “interazione sociale” per definire il processo secondo il quale due o più persone o gruppi in relazione tra loro agiscono reagendo alle azioni degli altri in modo tale da creare, sviluppare e cambiare nel tempo il contenuto della relazione.

Anche lo studio delle organizzazioni diventa più efficace dal momento in cui vengono considerate alla stregua di un sistema, e sulla stessa linea sarà l’approccio della ricerca scientifica in fisica e biologia.

La seconda metà del secolo scorso è caratterizzata dalla centralità del "sistema" come paradigma di base nella ricerca scientifica con l’inclinazione a studiarlo  come entità, invece che come somma di molteplici parti, in accordo con le nuove tendenze scientifiche che ritengono di non considerare più i fenomeni in contesti isolati e limitati ma aperti all’interscambio tra le componenti, alla complessità ed all’intreccio tra le numerose discipline a carattere scientifico e tecnico.

Questo momento storico ha rappresentato il più importante tentativo di unificazione e di sintesi della conoscenza scientifica, il consenso verso questo nuovo orientamento delle scienze si allarga a tutte le principali materie dalla fisica alla storia e l’idea di una teoria generale dei sistemi venne introdotta, come già detto, da Ludwig von Bertalanffy in tempi antecedenti alla nascita della cibernetica e dell’ingegneria dei sistemi con tutte le relative implicazioni sui piani collegati.

Ma cosa si intende per sistema?
La definizione più comune è quella di un insieme di oggetti tra loro interdipendenti laddove  una variazione nello stato di uno di essi tende sempre a riflettersi sugli altri e sul sistema nella sua totalità; analogamente, un cambiamento nel sistema tende ad influenzare tutte le singole componenti compreso l’ambiente in cui si trova.

Nota a tutti è la formulazione di base che afferma: "l'intero è maggiore della somma delle sue parti", peraltro già affermata con millenni di anticipo dall'antica tradizione cinese come a ricordarci che la maggioranza delle recenti scoperte scientifiche erano già state formulate dalle antiche filosofie nella storia dell'umanità: come il seme che porta già con sè la vita fin da quando è nascosto sotto la neve.

Un approccio sistemico nelle scienze divenne necessario solo recentemente anche se già palpabile nella filosofia naturale (Leibniz, Nicola Cusano), nella medicina mistica di Paracelso, nella visione di Giambattista Vico dove la storia è fatta da una sequenza di entità o sistemi culturali (da qui i famosi corsi e ricorsi storici), fino alla dialettica di Marx ed Hegel, solo per citare alcuni dei pensatori antecedenti.

La necessità di una visione sistemica d'insieme divenne appunto necessaria quando il paradigma meccanicistico fondato su treni causali isolabili, sull'analisi ed il riduzionismo iniziò a risultare insufficiente nelle scienze biosociali e nelle nuove tecnologie. Soprattutto in biologia diventava imprescindibile una concezione di complessità dell'organismo vivente, questo già molti anni prima dell'opera di Cannon sull'omeostasi del 1929.

Un ulteriore passo avanti si fece nel 1948 con la comparsa della cibernetica di Norbert Wiener risultato del progresso nello sviluppo dei calcolatori elettronici, degli automatismi e quasi contemporaneamente con le teorie dell'informazione e dei giochi.

Wiener allargò i concetti di cibernetica, di retroazione e informazione ben oltre gli aspetti tecnologici portandoli negli studi biologici e sociali ricollegandosi al concetto di omeostasi di Cannon ed andando a toccare anche il campo della pubblicità di massa.

Fondamentale per ciò che riguarda la visione olistico-sistemica nelle attività di gruppo qui proposte è il punto di osservazione della psicologia sistemica, derivante appunto dalla Teoria Generale dei Sistemi, e che si fonda sull'assunto di base che tutto è comunicazione, quindi anche l'apparente non comunicazione. Pertanto attraverso le leggi di base della comunicazione è possibile mettere in atto un processo esperienziale di crescita personale e autoconoscenza all'interno della dinamica del gruppo.

Queste leggi di base sono riassumibili in questi tre punti:
totalità dove il cambiamento in una parte mette in moto il cambiamento di tutto il sistema,
retroazione che si allontana dal concetto di casualità lineare per sposare quello di circolarità dove ogni punto del sistema influenza ed è influenzato da ogni altro,
equifinalità dove ogni sistema è la migliore spiegazione di se stesso in quanto sono i parametri del sistema stesso a prevalere sulle condizioni che hanno generato il sistema.

Riccardo Cazzulo



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